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sabato 27 ottobre 2007

Pianeta devastato dall'inquinamento, umanita' a rischio

L'allarme di GEO4: pianeta devastato dall'inquinamento, umanita' a rischio


Se avete l'impressione di aver già sentito questa notizia, nessun problema. L'allarme lanciato dai 390 esperti dell'Agenzia delle Nazioni Unite sull'ambiente è solo l'ultimo in ordine di tempo. Ma le 570 pagine del 'GEO-4', il rapporto sulle prospettive globali della terra realizzato sui dati degli ultimi 20 anni, iniettano anche nel lettore più scettico una dose di inquietudine difficile da ignorare.

L'umanità - questa la tesi di fondo dello studio - sta cambiando il clima così rapidamente e sta consumando le risorse della
terra con una tale voracita' che lascerà alle future generazioni un pianeta devastato. Insomma, dopo le cinque estinzioni di massa degli ultimi 450 milioni di anni, "la sesta è in corso e questa volta causata dall'uomo". Il clima sta cambiando piu' velocemente ora che negli ultimi 500.000 anni. La temperatura media si è innalzata di 0,74 gradi nel secolo scorso e crescerà invece da 1,8 a 4 gradi entro il 2100. A partire del 1850 undici degli anni più caldi si sono registrati negli ultimi 12 anni.

I colpevoli siamo noi, gli oltre sei miliardi di abitanti del pianeta, ormai così tanti che "l'ammontare delle risorse necessarie a sostenerli supera quelle disponibili". E nel 2050, dice il report, saremo 8, o forse quasi 10 miliardi di abitanti. Vovremo in una terra più brutta: il 60% dell'ecosistema è stato danneggiato ed è ancora sfruttato a livelli insostenibili.

Dall'ambiente alla lotta alla povertà: "in Africa il degrado della terra e la desertificazione sono una vera minaccia e la produzione di cibo pro capite è scesa del 12% dal 1981". Gli africani che vivono sotto la linea della povertà sono aumentati negli ultimi 20 anni passando dal 47,6% del 1985 al 59% del 2000.

Se per l'uomo GEO4 prevede un futuro ricco di nubi, magari tossiche, non va meglio per gli animali: "Il 30% degli anfibi, il 23% dei mammiferi e il 12% degli uccelli sono minacciati".

Ma, dirà qualcuno, sono gli altri ad inquinare più di noi: la Cina, l'India, il Brasile. Vero, ma il rapporto Onu non fa sconti: "Alcuni dei progressi ottenuti nella riduzione dell'inquinamento nei Paesi più ricchi - si legge - sono stati possibili solo a spese dei più poveri dove sono state spostate le produzioni industriali e il loro impatto negativo".

Unico elemento incoraggiante per continuare a sperare, nonostante tutto, in un'inversione di tendenza è
l'eliminazione del 95% dei Cfc i famigerati clorofuorocarburi causa del buco dell'ozono. Come dire che agire si può, e i risultati si vedono. Ora però, dicono gli esperti, bisogna far presto: e tagliare prima possibile dal 60 all'80% le emissioni di gas serra. Per lasciare a figli e nipoti un pianeta vivibile.

Fonte: RaiNews24

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